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Immagine del redattoredr.ssa Anna Maria Le Moli

Gentilezza e Benevolenza, quei delicati poteri che unificano i cuori e trasformano il mondo

In un mondo retto da giudizio, rivalità e conflitti, la gentilezza può diventare un vero atto rivoluzionario, una pratica in grado di connetterci a noi stessi e agli altri. Non si tratta di un gesto superficiale, ma di un’esperienza profonda che congiunge il respiro del proprio cuore con il battito collettivo della umanità.


La Pratica della Gentilezza, infatti, permette di andare oltre l’ego e ritrovare l’unità con il tutto, perché ogni gesto gentile, rafforza il senso di unità e di armonia universale. Praticare gentilezza, perciò, aiuta a comprendere che si è parte di una grande rete di interconnessioni e insegna a trasformare l’IO in NOI. L’esercizio della gentilezza è fatto di pensieri gentili, parole gentili e azioni gentili rivolte a sé stessi e agli altri; che via, via, grazie al lavoro interiore che questo esercizio richiede, rendono chi pratica sempre più cosciente.


Mettere in pratica quotidianamente gentilezza con intento, presenza, consapevolezza e apertura è il proprio dono al mondo. Il mondo può diventare un posto migliore anche grazie ai cambiamenti che si è in grado di attuare dentro di sé e introdurre nella propria vita. Perché la pratica della gentilezza è contagiosa!


La quotidiana Pratica di Gentilezza potrà essere arricchita e potenziata da una meditazione molto efficace, la Meditazione della Benevolenza, nota anche come Metta o Loving-Kindness meditation, il cui intento è far emergere un sentimento di amore incondizionato e compassionevole verso sé stessi e gli altri. Questa meditazione, che deriva dalla tradizione buddista, è uno strumento molto potente per sviluppare un rapporto con sé stessi più benevolo e gentile e per creare relazioni più armoniose.


Il principio base di questa meditazione è semplice, si tratta di ripetere mentalmente delle frasi che esprimono il desiderio di essere felici, in pace e liberi dalla sofferenza. Si comincia indirizzando parole di benevolenza a sé stessi e poi gradualmente si estendono dapprima ad una persona cara, poi a una persona con cui si ha una relazione difficile e, infine, ad individui sempre più distanti, fino ad arrivare a tutti gli esseri viventi e a tutto il pianeta.


Queste le frasi tipo da ripetere mentalmente e in sequenza per almeno 10 minuti: "Che io possa essere felice. Che io possa essere in pace. Che io possa essere in buona salute."


Come diceva il mio Maestro di Vipassana il grande Corrado Pensa, considerato tra i più autorevoli insegnanti di meditazione buddhista, “la ripetizione delle frasi non deve assolutamente essere meccanica, se lo diventa sarà bene sospendere qualche minuto per poi riprendere.” La Metta è basata sulla concentrazione, quindi, la ripetizione silenziosa delle frasi dovrà essere distanziata da una pausa tra una frase e l’altra e rivolta con attenzione alla persona evocata oppure verso sé stessi.


La ripetizione di queste frasi, accompagnate da un'attenzione benevola genera, man mano, un sentimento di calore e gentilezza verso sé stessi che consente di accogliersi così come si è, con le proprie imperfezioni e vulnerabilità, senza giudizio. La Metta è un reale antidoto contro l'auto-critica e la durezza autodiretta, motivo di molta sofferenza interiore e ostacolo a relazioni serene e appaganti.


I benefici della Metta sono numerosi e convalidati da parecchie ricerche scientifiche. In particolare si sono dimostrati i seguenti benefici:



  • Riduce lo stress, ansia e sintomi depressivi.

  • Aumenta le emozioni positive quali: gioia, gratitudine, speranza.

  • Accresce la compassione verso sé stessi e gli altri, facendo emergere uno sguardo più dolce, benevolo e comprensivo.

  • Migliora l'autostima e il senso di unione sociale.

  • Favorisce comportamenti volti al bene comune, come il perdono, la collaborazione, l'altruismo.


Dedicare del tempo ogni giorno a ripetere mentalmente le frasi di benevolenza, praticando regolarmente anche solo per qualche minuto al giorno la Metta, serve a coltivare un nuovo rapporto con sé stessi e a sviluppare uno sguardo più indulgente. Ecco perché la meditazione di benevolenza è uno strumento che aiuta ad amarsi.


In alcune circostanze, come ad esempio momenti di critica interiore o dubbio, si potrà essere guidati dal proprio Counselor o Coach di fiducia nella pratica della meditazione di benevolenza. In particolar modo si potrà essere accompagnati nella formulazione di frasi più adatte alla propria specifica circostanza, come ad esempio, qualora si trattasse di una condizione di scarsa considerazione di sé la ripetizione potrebbe essere: “Che io possa liberarmi dal giudizio interiore. Che io possa accogliermi con compassione. Che io possa riconoscere il mio valore effettivo.”


Durante la pratica della Meditazione di Benevolenza o Metta, potrebbero manifestarsi alcune resistenze come, ad esempio, la difficoltà a essere compassionevoli con sé stessi o il convincimento di non essere meritevoli delle parole benevole che si pronunciano, in questi casi è importante parlarne con il professionista che ci sta seguendo per imparare ad accogliere e comprendere queste resistenze, considerando che la benevolenza è una qualità che tutti possono sviluppare, a prescindere dalle proprie capacità o dalle proprie qualità.


È importante precisare che praticare Metta non significa esercitarsi nel pensare positivamente, per autoconvincersi che tutto vada bene. È piuttosto un invito ad accogliersi con delicatezza, con dolcezza, qualunque sia la propria condizione interiore. Attraverso questo processo si pongono le basi per la creazione di un nuovo rapporto con sé stessi, più nutriente e sicuro, un terreno più solido su cui costruire relazioni con gli altri più forti e armoniose. Perché è imparando ad amare sé stessi che si diventa capaci di amare gli altri.

Attraverso questo breve articolo, il mio desiderio è quello di offrire ai lettori la fusione di due ottime tecniche a cui dedicare ogni giorno un po’ di tempo, per imparare a propagare gentilezza attraverso pensieri, azioni e parole, rafforzando nel contempo il pensiero gentile con la pratica della Meditazione di Benevolenza. Sempre, però, coscienti del fatto che l’energia va, dove va il pensiero e che il pensiero crea, ecco perché è molto importante governare e indirizzare adeguatamente il proprio pensiero.


Nel caso in cui voleste approfondire o aveste bisogno di suggerimenti in merito, oppure, se dopo aver praticato desideraste confrontarvi con me, contattatemi, sarà per me una gioia.


Buona pratica di gentilezza e benevolenza! 💚


AnnaMariaLeMoli

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